MEDICINA - ERBORISTERIA - ANETO (Anetum graveolens L.)

Pianta della famiglia delle Umbelliferae-Apiacea, spontanea nell'Asia, coltivata da tempo in Europa meridionale, dove, sottratta alle colture, si è inselvatichita e naturalizzata qua e là.

GENERALITÀ
L'aneto è una pianta erbacea annuale, alta circa un metro, con fusto striato e foglie glauche, composte, divise tre volte in lacinie strettissime, quasi filiformi. Il picciolo fogliare alla sua base si allarga in una guaina amplessicaule, abbracciante il fusto. Le foglie superiori sono più piccole, sessili o subsessili, meno divise.
I fiori sono riuniti in larghe infiorescenze ad ombrella, hanno una piccola corolla di color giallo.
Il frutto, come in tutte le ombrellifere, è formato da due acheni appaiati: esternamente presentano tre coste prominenti.
Per scopi terapeutici e aromatizzanti si utilizzano soprattutto i frutti; in qualche caso, e solo per impiego terapeutico, si utilizzano le sommità della pianta a frutto.

IMPIEGO TERAPEUTICO
L'aneto, detto anche «falso anice» o «finocchio bastardo», è spesso confuso proprio col finocchio, anche nei paesi dove se ne fa largo uso. È coltivato come condimento e come pianta medicinale fin dall'antichità: si trova menzionato già nel papiro di Erbes, nei trattati di Ippocrate, Dioscoride, Plinio, ed è nominato anche da Virgilio.
È stato ampiamente utilizzato per scopi terapeutici nel Medioevo, sia nelle malattie funzionali che per l'apparato respiratorio.
I frutti di aneto hanno proprietà simili a quelle del finocchio, dell'anice verde e del carvi: sono aromatici, stimolanti, stomachici, digestivi, carminativi, diuretici, antispasmodici, antielmintici, sedativi e anche galattofori. Esternamente sono inoltre emollienti e risolutivi.
Le infusioni di aneto calmano i dolori di stomaco, il vomito, le coliche infantili, l'aria intestinale, l'aerofagia, il singhiozzo. Sono utili nella debilitazione di stomaco, nella ritenzione di urina, per favorire la secrezione lattea; nei catarri bronchiali hanno azione espettorante. Si deve inoltre ricordarne l'azione calmante, rilassante e conciliatrice del sonno.

PREPARAZIONI
- Uso interno: si utilizzano l'infuso e la tintura vinosa.
L'infuso si prepara con 48 g di frutti di aneto per litro d'acqua. Si lascia a macero per 10 minuti. Si beve alla dose di 2-3 tazze al giorno, dopo i pasti.
La tintura vinosa si prepara con 10-15 g di frutti di aneto per litro di vino bianco secco. Si lascia a macero per una settimana, poi si filtra. Si beve a bicchierini dopo un mese di stagionatura: uno dopo i pasti principali. La tintura ha azione digestiva e diuretica.

- Uso esterno: si usa l'infuso o il decotto. L'infuso per uso esterno si prepara con 40 g di aneto frutti per litro d'acqua. Si fanno sciacqui boccali 3-4 volte al giorno per togliere l'irritazione delle mucose.
Per lozioni e cataplasmi si utilizza il decotto preparato con 50-100 g di frutti di aneto o con un pugno di sommità a frutto. Si lascia bollire per 10 minuti, si filtra e si utilizza a freddo.
In medicina veterinaria si utilizza l'aneto per gli imbarazzi intestinali, il meteorismo e le coliche con aria: da 30 a 60 g di aneto per litro di acqua secondo le dimensioni dell'animale.
In liquoristeria i frutti di aneto servono per aromatizzare bevande alcooliche.

RACCOLTA E CONSERVAZIONE
I frutti si raccolgono recidendo le infruttescenze mature in agosto-settembre. Si eliminano i peduncoli. I frutti vengono seccati all'ombra. Si conservano in sacchetti di carta o in vasi di vetro. In quest'ultimo caso l'aneto conserva meglio le proprietà aromatiche, ma bisogna stare molto attenti alle muffe che si possono sviluppare se vi sono tracce di umidità.
Per coltivare l'aneto bisogna seminare preferibilmente d'autunno, in terreno soffice e in posizione soleggiata, in file distanti 50 cm. Va fatto un diradamento delle piantine a primavera, avendo cura di lasciarne una, la più robusta, ogni 40-50 cm.
Va innaffiato d'estate, ogni 10 giorni.
 

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